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  Mercato San Severino   Mariano Ciarletta e la sua passione per Giovanna d’Arco




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    Mariano Ciarletta: nel 2017 consegue la laurea magistrale in gestione e conservazione del patrimonio archivistico e librario presso l’università degli studi di Salerno, con una tesi in storia delle Istituzioni Medievali Eresie medievali o Medioevo ereticale, ortodossia ed eterodossia nel Mezzogiorno medievale. Nel 2018 consegue la laurea in lettere moderne con una tesi sulla figura di Giovanna d’Arco: la Guerra dei Cento Anni, Giovanna d’Arco e Christine de Pizan.

    A 17 anni Giovanna d’Arco, una misteriosa fanciulla proveniente dal villaggio di Domrémy, dopo aver incontrato il re di Francia Carlo VII, si pone alla guida dell’esercito francese per liberarlo dagli inglesi invasori che avevano ormai conquistato buona parte del paese e messo sotto assedio la città di Orlèans (1428). Spinta da voci e visioni mistiche, la pulzella si farà promotrice di una strabiliante campagna di liberazione che vedrà parte dei territori occupati dagli anglosassoni tornare sotto il controllo della corona francese. In questo libro Mariano Ciarletta riprende la voce di storici autorevoli e citando alcune cronache del periodo coevo alle imprese della pulzella, oltre che lavori della più recente storiografia, apre vari spunti di riflessione intorno alla figura dell’eroina francese: eretica, guerriera, donna.
     

    Mariano Ciarletta e la sua passione per Giovanna d’Arco

     

    1)     Puoi raccontarci di questo tuo ultimo lavoro? Dalla poesia alla saggistica, spiegaci un

    po’ questo passaggio.

    Ciao Mario, grazie per lo spazio che sempre e con affetto mi riservi, è un piacere rivederti e affrontare con te questa chiacchierata inerente al primo lavoro scientifico a cui tengo particolarmente. Questo piccolo contributo, credo sia eccessivo chiamarlo saggio, in virtù anche dei grandi nomi che hanno scritto e continuano a scrivere sulla figura di Giovanna d’Arco è nato da un’esperienza di tesi triennale, precisamente la seconda. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Gestione e Conservazione del Patrimonio archivistico e librario, ho deciso di continuare gli studi e mi sono iscritto alla facoltà di Lettere Moderne e, una volta terminato anche questo percorso, ho chiesto alla professoressa Charmaine Anne Lee, docente di filologia romanza presso l’Università degli Studi di Salerno, se vi era la possibilità di poter approfondire e trattare sotto un’angolazione diversa la figura della pulzella di Orlèans proprio con un elaborato triennale. Il responso è stato positivo, l’entusiasmo di questa docente, a cui non dirò mai grazie abbastanza, mi ha fatto procedere spedito nella stesura di una tesi proprio su Giovanna d’Arco e, ti dirò, ho potuto collegare anche la mia grande passione per la poesia poiché, proprio l’ultimo capitolo, era incentrato sulla prima poetessa che trattò le vicende della pulzella, ossia Christine De Pizàn. Dopo la laurea, ho deciso di continuare le ricerche, dovevo saperne ancora e di più. Così, con l’aiuto e i preziosi consigli del professore Alfonso Tortora, docente di storia moderna presso l’Università degli Studi di Salerno, ho dato alla luce questo piccolo contributo, personale e sentito sulla famosa eroina francese con la casa editrice Paguro Edizioni: Giovanna d’Arco. Guerriera, eretica, donna. L’intervento successivo del professore Tortora è stato per me di fondamentale importanza perché, è solo grazie ai suoi consigli bibliografici se sono riuscito ad ampliare la mia ricerca, anche a lui, dunque, va tutto il mio rispetto e la mia gratitudine.

    2)     Perché hai scelto proprio la figura di Giovanna d’Arco? Cosa ti appassiona della sua storia?

    Io credo che Giovanna d’Arco fosse una ragazza fuori dal comune, in rapporto all’epoca e al contesto storico, politico e culturale in cui visse. Sembra scontato ripetere quello che già Franco Cardini, Regine Pernaud, Larissa Juliet Taylor, Giovanni Bogliolo e tanti altri studiosi da me analizzati e citati nel mio contributo hanno affermato negli anni passati. Al di là dell’aspetto puramente scientifico vi è stato, a onor del vero, un’infatuazione verso questa eroina, questa donna esile, probabilmente malnutrita e temprata dalle ferite di guerra, nata grazie dalla visione delle numerose pellicole che la riguardano: Besson, Duguay, Bresson, Dreyer, Fleming, Rossellini. Ognuna di queste, di fatti, presenta una Giovanna d’Arco diversa seppur nel medesimo contesto storico. Proprio queste differenze a livello cinematografico mi hanno portato, all’età di undici anni, a compiere le prime ricerche. All’inizio compravo riviste storiche, biografie, documenti illustrati. I miei genitori dicevano che mi stavo fissando e così i miei compagni di scuola. Poi, intorno ai 18 anni, ho iniziato ad acquistare vere e proprie opere di critica storica. Ho dunque cercato questo personaggio nel profondo, l’ho osservato, ci ho pianto sopra mentre sfogliavo quelle pagine, volevo capire dove si celasse tanto coraggio, al di là del mandato divino, in una fanciulla di soli 17 anni; Non ero mai contento né soddisfatto di quello che apprendevo e così, i libri che compravo erano sempre pochi, per me insufficienti.

     

     

     

    3)     Se dovessi indicare un’eroina moderna paragonabile a Giovanna d’Arco, chi paragoneresti?

    Il mondo è pieno di donne valide e coraggiose, ma credo che al momento, parlare di una “Giovanna d’Arco” contemporanea anzi, ultra contemporanea, sia difficile. Non riesco a vedere un paragone che regga, forse è un mio limite… (sorride).

     

    4)     Sei un giovane scrittore da poco laureato in Gestione e Conservazione del Patrimonio archivistico e librario, quale messaggio vuoi lanciare con i tuoi elaborati sia poetici che di ricerca storica?

    Io amo sia il campo della poesia sia quello della lettura e della ricerca storica. Amo trascorrere tempo negli archivi ad osservare manoscritti, incunaboli e settecentine. A volte vorrei tanto che quei testi mi parlassero, che si materializzassero sotto aspetto umano per raccontarmi, per svelarmi cose che i ricercatori possono dedurre, rielaborare, ma non vedere con i propri occhi. Credo che questo sia un grande desiderio e un grande dolore per tutti gli appassionati di storia, non essere lì in quel momento, in quel preciso istante in cui vive e termina quel personaggio o quel contesto storico che tanto studi, che tanto insegui nelle tue ricerche. L’unica cosa che consiglio sia agli studenti, sia agli appassionati di storia o di poesia è quella di leggere, di documentarsi ma soprattutto di innamorarsi di ciò che ci rende delle persone motivate e migliori. Che sia musica, poesia o storia, poco importa, bisogna andare fino in fondo, nonostante le difficoltà, sempre.

    5)     Hai già pensato al tuo prossimo lavoro?

    Prima di scrivere, bisogna leggere, documentarsi ed essere curiosi. Questo è il mio prossimo passo.

     

     

     

     
      Intervista di Mario Rinaldi  




Martedì 8 ottobre 2019

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