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  Acigliano di Mercato San Severino   Il ciuccio di fuoco a S. Severino . Acigliano è pronta per la nuova edizione 2019










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    IL CIUCCIO DI FUOCO A S. SEVERINO. ACIGLIANO E’ PRONTA PER LA NUOVA EDIZIONE 2019 Un tuffo nel passato, tutto da riscoprire. Risplende e sfavilla – è proprio il caso di dirlo – ancora una volta; ancora per una notte (edizione 2019), la tradizione del “Ciuccio di Fuoco”. Nella tranquilla e abbastanza popolosa frazione sanseverinese di Acigliano. Tra il 15 e 16 agosto. Adesso l’evento è rinominato “Ciuccio tra la Gente”. Da alcuni anni, l’organizzazione di questa manifestazione – che dir “magica” è senz’altro poco (ma andrebbe potenziata, valorizzata, ampliata – come merita, anche in quanto attrae numerosi visitatori - persino dall’estero) – è affidata all’associazione giovanile “Beata Vergine Maria Assunta in Cielo”. Un sodalizio, appunto “giovanile” (l’età media è attorno ai 20-30 anni), entusiasticamente attivo da un lustro ad Acigliano. Anticamente la località apparteneva alla gens Acilia. Acigliano (sovrastata dall’eremo di S. Magno, protettore anche degli animali domestici e di S. Mango Piemonte) consta di un gruppuscolo di poche anime, che si stringono attorno al vecchio, secolare tiglio (a teglia) posto al centro di una strada. Lungo la quale si estende la frazione e, qui casca… l’asino, viene (dal 2015 in poi) spinto e incitato il simulacro. Una sagoma di cartapesta, coperta da biancali, razzi, petardi e botti vari ma – da quando la tradizione è stata acquisita e assimilata dal sodalizio giovanile – solo “a freddo”. Cioè senza alcun pericolo per i curiosi ed avventori che – sempre più, ad ogni edizione – si ritrovano a vivere un’esperienza ancestrale, antichissima, che si perde nella notte dei tempi. Ogni anno, sia da quando esiste l’associazione che da quando il tutto era “affidato” a un altro sodalizio (precedente), il simulacro vede sulla sua groppa uno o più personaggi da bruciare – simbolicamente. Personaggi mutuati dalla vita sociale, politica e/o amministrativa nazionale, internazionale e locale. Quest’anno avranno “l’onore” di essere sul rogo (il fuoco, lo ricordiamo, è elemento purificatorio, lustrale e apotropaico per eccellenza – come l’acqua) due fantocci. Ma, come sempre, “vige” il segreto più stretto su chi dovrà bruciare. Per scaramanzia, per superstizione. E per alimentare la curiosità. Spingendo gli avventori a recarsi lungo la viuzza, la stradina di tale frazione. Acigliano sorge “dall’anonimato” – si può affermare – almeno il 15 agosto. Solennità dell’Assunta – culto e devozione molto sentiti dai residenti e dai visitatori. Anche provenienti dalla frazione… “rivale” di Pandola. Infatti, il retaggio pagano del ciuchino dipende strettamente (o avviene l’esatto contrario) dalla fede nella Vergine Maria. Degnamente (sempre!) omaggiata sia da Pandola che da Acigliano. Alle 19 di Ferragosto si terrà la solenne processione. Verso, anche, la parrocchia di “SS. Fortunato e Magno in S. Anna”. Entrando più nello specifico di tale vero e proprio rito, sorto per scacciare i demoni della fertile comunità agricola e contadina aciglianese e sanseverinese (anche pandolese), lo spettacolo assume connotati di mistero e fecondità. Da molto tempo, ma soprattutto da quattro anni a questa parte – allorché il tutto è “in mano” (se così si può dire) all’associazione “Beata Vergine Maria Assunta in Cielo”. Una rete di giovani o meno giovani (una cinquantina di membri, tra cui venti soci più… “attivi” – presidente Vincenzo Vietri) che si impegnano e danno lustro alla comunità della frazione e all’intera collettività. Hanno molti progetti, ma occorrono attenzione e fondi per dar loro vita. Come si evince, anche, dal manifesto – realizzato da uno degli appartenenti all’associazione – l’atavico retaggio sarà rinnovato (per gli aficionados che accorrono in frotte all’happening) in data 15 e 16 agosto. A mezzanotte precisa. Quando il primo cittadino Antonio Somma accenderà, beneagurante, la miccia che darà il là all’evento. Una volta, tale onore ed onere veniva riservato al più anziano del villaggio o al più scemo. Dopo averlo acceso, il ciuco con i personaggi in sella non si stancherà certo di correre avanti e indietro per la via principale di Acigliano. Tra grida di incitamento (come nei riti di maturità, di passaggio) e tra il votta-votta (folla) generale. Ribadiamo, ancora, che da quattro anni la sagoma viene portata in mezzo al pubblico. Prima, per motivi di sicurezza, si lasciava… “scoppiare” nella piazza. In un’area circoscritta, al fine di evitare incendi e/o pericoli vari per chi osservava la lenta agonia del ciuccio morente. Il ciuccio stesso è un animale simbolo, ad esempio del Cristianesimo (l’episodio dell’asina di Balaam nella Bibbia, come quello dell’entrata di Cristo a Gerusalemme – Nuovo Testamento); è rimembrato nel Pinocchio di Collodi e ne “L’asino d’oro” di Apuleio (meglio noto come “Le metamorfosi”). È uno dei personaggi del “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Nella letteratura, antica e moderna, è molto ricordato. Insomma, senza scomodare il “Cavallo di Fuoco” di Ripatransone e i miti “magici” di Amantea, anche la kermesse sanseverinese (di tutto rispetto) si perde nella notte dei tempi e merita di essere ripresa maggiormente. Valorizzata, dicevamo più sopra. Tra i fuochi “a freddo”, pertanto innocui. Ma veniamo al momento (ai momenti) clou – recita il manifesto: “Il Ciuccio tra la Gente” parte (edizione nuovissima, di quest’anno) alle 23 di Ferragosto. Lo show di apertura prevede – come lo scorso anno – la sfilata del corteo storico in abiti contadini del ‘900. Venti figuranti – per lo più donne e bambini (per la parità di genere) si muoveranno, snodandosi, lungo la via. Con un ciuco “vero”, reale. In carne ed ossa – gentilmente “prestato” all’iniziativa da un abitante di Acigliano. Senza maltrattamenti – assicurano i membri dell’associazione anfitrione. L’asinello tirerà un carretto “dell’abbondanza”, con frutta e primizie della terra. Almeno, è ciò che sostengono gli organizzatori stessi. Le donne del defilé spargeranno petali di fiori, in ricordo dello spargimento auspicale di cenere sui campi. Un topos di fertilità. Contestualmente, vi sarà una dimostrazione di balli popolari e folkloristici; una tammurriata – su basi musicali. Il corteo “storico” (sia pur piccolo) è in “onore” dei tre punti fondamentali che hanno portato (sedimentandosi, cristallizzandosi) al Ciuccio di Fuoco come è odiernamente: l’insediamento franco-spagnolo ad Acigliano (di cui, assicurano i cittadini, vi sono moltissime tracce a S. Severino); la leggendaria rivalità tra Pandola e Acigliano (pare che per scherzo fosse stata gettata, al confine tra i due luoghi contigui, una carcassa di asino. Tra altri scherzi salaci); infine l’importante indizione bizantina. Una modalità di stipula dei contratti agrari, in atto fino a settembre nelle nostre zone. Tutto, per favorire l’abbondanza del raccolto in autunno. La sfilata durerà mezz’ora. Subito dopo, per un’oretta, lo scoppio del ciuco. Che apporterà sicuramente grande divertimento. Vale la pena recarsi ad Acigliano, dunque. Non foss’altro per l’impegno e l’ingegno dei Nostri. La “passeggiata” (ideale e reale) di mr. Ciuccio tra i peccati e gli spiriti maligni della civiltà contadina verrà affiancata da una fanfara di venti elementi – proveniente da Eboli. Alla fine di tutto, l’immancabile spettacolo piromusicale, realizzato da “Salvati Fireworks”. Per chiudere in bellezza. Tutto approntato a puntino, quindi, sembra. Grazie al sodalizio, che organizza altre manifestazioni. Per quanto concerne il Ciuccio, gli alacri soci cominciano a… “lavorarci” tre o quattro mesi prima della kermesse agostana – vale a dire in primavera (marzo o aprile). Sempre top secret il ruolo dei “protagonisti” in sella a mr. Ciuccio. Quest’anno un personaggio maschile e uno femminile. Si ringraziano, come sempre, i tantissimi sponsor molte decine – tra Mercato S. Severino, Montoro, l’Irno. Ed è doveroso ringraziare – soprattutto – l’amministrazione comunale (da anni al fianco di chi propone tale happening), la Protezione Civile locale (Epi – Emergenza Pubblica Irno), la Croce Rossa, i Vigili del Fuoco e tante altre realtà associative territoriali. La kermesse è da sviluppare ulteriormente. Per dar lustro al comprensorio e alle sue prerogative. Acigliano è tra le zone più vetuste di S. Severino; popolata dalle famiglie (nobiliari o non) Mele, Toriello, Giaquinto. Ma anche dai Brescia Morra e dai Tenore. Un importante monumento (oltre ai Palazzi Brescia Morra, Sanbarbato e Tenore) è Casa Sifola – residenza spagnola cinquecentesca. Era un centro prevalentemente agricolo, come dimostrano i documenti. Un luogo magico, dunque. Attualmente la località è gemellata con la cittadina francese Farebersviller. Molti abitanti della zona si recarono, nel ‘900, in Francia o in Belgio. Dove la maggior parte lavorava in miniere. Ancora adesso, in occasione del 15 agosto, gli emigrati tornano in zona e rivivono i fasti della manifestazione. Un grazie al sodalizio sopra citato per l’attenzione continua all’evento.
     

    Articoloo di: ANNA MARIA NOIA

     




Venerdì 9 agosto 2019

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