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Spiano di M.S. Severino
Cani forse avvelenati a Spiano di M.S. Severino
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CANI FORSE AVVELENATI A SPIANO DI MERCATO S. SEVERINO
Mattanza di cani, probabilmente avvelenati, a Spiano di Mercato S. Severino. È la denuncia di un appassionato escursionista che da anni si erge a paladino della natura – nella “sua” Spiano. L’allevatore di cavalli segnala, questa volta, uno strano episodio inerente a circa dieci cani – randagi ma non pericolosi, o addirittura (si crede) scappati dal controllo del padrone – ritrovati (sembrerebbe) morti nelle prime ore del mattino del 30 agosto ultimo scorso. L’uomo si batte da anni contro la caccia e a favore degli itinerari turistici a Spiano, che potrebbero costituire un volano per lo sviluppo del territorio – partendo dalla piccola ma pittoresca frazione. Tante le sue attività, in collaborazione con il sodalizio da lui creato: “I cavalieri delle poiane”. Proprio per l’amore che porta verso la sua boscosa e verdeggiante Spiano, questo amante degli equini e delle escursioni non manca di segnalare – periodicamente e con vigore – veri o presunti “abusi” e/o scempi nell’ambito della località. Oasi linguistica dove si parla l’antico dialetto sanseverinese. Con aria pura ma con alcune criticità “logistiche”, penalizzanti soprattutto i residenti anziani – la maggioranza della popolazione locale. Spiano, il cui etimo deriva probabilmente dal gentilizio (agrario) relativo ad un certo Expedius o alla famiglia Pia oppure dall’acronimo Spa (Salus per Aquam), è immersa nel verde e nella natura. I suoi sentieri, le mulattiere e gli elementi paesaggistici sono lussureggianti e ameni, degni di essere vissuti. Spesso il nostro interlocutore stigmatizza la morte dei cinghiali, soprattutto a causa di presunti cacciatori di frodo o bracconieri – che insistono nel comprensorio(è un suo cavallo di battaglia); oppure egli denuncia la mortalità dei tassi – simpatici animaletti che non disturbano alcuno, a meno che non “sconfinino” oltre i confini rappresentati dalle case e dagli edifici più prossimi ai numerosi percorsi di cui è ricca la frazione. La flora e la fauna di queste zone sono variegate: si comprendono numerose specie animali e vegetali. La vegetazione è fitta e si ha una riposante frescura offerta dal sottobosco; non mancano, oltre a tassi e cinghiali, volpi; poiane e numerosissimi rapaci (o strigidi) più altri uccelli variopinti e tantissima selvaggina. Dal punto di vista dell’economia “artigianale” – se così possiamo affermare – dato che ognuna delle ventidue frazioni (o casali, o quartieri di lignaggio) di S. Severino produceva e tuttora produce (più limitatamente, però) qualche specificità appunto legata all’artigianato, ecco che a Spiano sorgono fruttuose attività di lavorazione del legno e soprattutto di creazione di scale e ceste. Difatti, gli abitanti vengono soprannominati “scalari” e “sportellari”. Altre frazioni, come appena affermato, sono attraversate da altre tipicità: Costa è rinomata per la lavorazione della pietra – vi è anche la tipologia della “pietra serena”, tutta costese – con tufo giallo, grigio e così via; S. Angelo è conosciuta per la lavorazione della canapa (si chiamava S. Angelo ad maceratam – proprio per questo); Pandola – invece – era il luogo di manifattura delle selle e dei guanti – oggetti in cuoio. E così via. Sarebbe bello, opportuno e redditizio riprendere al meglio queste tradizioni lavorative di ogni zona del Sanseverinese. Tornando alla “nostra” Spiano, questa frazione offre diversi retaggi etnografici di grande rilevanza. Uno di questi è senz’altro il “Fistone” (grande festa) che coinvolge i religiosissimi e devotissimi abitanti (proprio tutti) il venerdì delle Palme. Si tratta di un omaggio alla Madonna addolorata, un culto sentitissimo – in tale zona. Nell’occasione, le donne della frazione preparano le gustose polpette di baccalà – secondo ricette tramandate segretamente di madre in figlia. Aglio, pepe, sale, prezzemolo, pane, formaggio pecorino e naturalmente baccalà – ma non solo – sono tra gli ingredienti principali delle polpette. Tonde tonde. Secondo una leggenda, la statua dell’Addolorata sarebbe da “contendersi” (come… “proprietà”) tra Spiano e Lombardi – qui la Madonna viene celebrata a settembre, mediante il rito apotropaico e lustrale delle Fontanelle. È curioso che in un borgo montano quale – appunto – la frazione si degusti del pesce; la cosa – tuttavia – non può stupire se si considera che Spiano e la costiera amalfitana sono stati, durante gli anni, sempre in contatto. Tramite varchi come il cosiddetto Valico di Chiunzi. E non soltanto. Perciò il commercio del pesce non ha mai abbandonato i mercati di Spiano. Infine, da Amalfi la località ha mutuato anche i cognomi: tra i numerosissimi Iannone e Salvati, spiccano gli altrettanto numerosi Acconcia. Da Acconciagioco (o mastuggiorgio) della costiera; sono cognomi che indicano i maestri di bando (o di banno) nelle fiere medievali – orgoglio, lustro, vanto anche di Mercato S. Severino. Cittadina al centro di traffici e commerci sin dall’antichità – per la posizione strategica, favorevole lungo le vie Appia, Popilia, Corfinia; via delle Puglie e delle Calabrie; la SS 88 e la SP 266 “Dei due Principati”. Il mercato, nella cittadina, era un’importante costante della vita dei secoli scorsi. Certamente lo è anche adesso. E venendo, ancora una volta, a noi e alla questione del probabile avvelenamento sembra che il fenomeno di questi ultimi giorni di agosto (e dei primi di settembre) sia stato riscontrato – sebbene l’episodio sia isolato – da alcuni escursionisti che cercavano ristoro all’inizio del sentiero Marino. Percorrendo – poi – anche piazza S. Croce e altre parti della frazione sembra che anche in questi tratti di strada siano stati avvistati cani avvelenati. A quanto si è appreso, è scattata anche una denuncia ai Carabinieri. La morte dei poveri, inermi animali deriverebbe dall’assunzione di bocconi trattati appunto con sostanze pericolose. Saranno le ulteriori indagini e gli sviluppi del fatto a stabilire la verità. Un fatto molto strano e inquietante, comunque. Che turba e sconvolge la tranquilla comunità di Spiano. Una collettività laboriosa e accogliente. Sta di fatto che, nel caso di riscontri positivi verso l’ipotesi dell’avvelenamento, la morte occorsa ai dieci cagnolini sarebbe orribile e molto dolorosa. Un’agonia indicibile, da non augurare né agli animali (domestici e d’affezione o selvatici) né all’uomo. La questione è pericolosa anche per chi si avventura per i viottoli di Spiano. Sia fatta presto piena luce su questo strano “incidente”. Per salvaguardare cani (randagi e non); per le persone – nella fattispecie bambini e anziani. Ricordiamo che S. Severino possedeva un canile in via Lavinaio, che – a fronte di varie ispezioni coordinate nel tempo – è una struttura risultata in regola e con i crismi della legalità e dell’igiene.
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Articolo di: ANNA MARIA NOIA |
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Martedì 3 settembre 2019
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