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VITTORIO SGARBI A S. SEVERINO CON ANTONIO SOMMA E ALESSANDRO ERRA.



Una piazza XX settembre gremita, a Mercato S. Severino, ha accolto nei giorni scorsi con entusiasmo la visita di Vittorio Sgarbi – invitato dall’amico Alessandro Erra, gallerista che lavora a Milano e nipote dell’ex sindaco Vincenzo Erra. A sostegno (quale candidato al consiglio comunale) della lista “S. Severino città prima e libera”. Con il candidato a primo cittadino Antonio Somma. Il critico d’arte non si è smentito: con tono colorito e la consueta verve ironica, col fare irriverente che lo caratterizza e contraddistingue, ha bacchettato lungamente e con vivacità sia i politici nazionali che la cittadina irnina, la quale esce da un lungo commissariamento e da un’amministrazione “fallimentare” – parlando di “una piazza poco illuminata” (appunto la location dove si è tenuto il comizio – più simile ad un one man show); di “una villetta comunale senz’acqua” e di un paese simile a “un cimitero”. Sgarbi ha però elogiato l’architettura del castello della famiglia Sanseverino (da lui ritenuta di grande spessore storico), che ha avuto modo di visitare pochi mesi fa – con Alessandro Erra e guidato dal giovane appassionato Michele Cerrato. Sgarbi è stato a S. Severino anche l’anno scorso, in occasione della presentazione del libro “La costituzione e la bellezza” – scritto a quattro mani col costituzionalista Michele Ainis. Per quanto concerne l’incontro di questi giorni, Sgarbi ha candidamente affermato di non conoscere – almeno nel dettaglio - i programmi e le idee di Somma, ma si è inserito in un discorso più generale – infarcendolo di parolacce e di stoccate, come quella alla sindaca Raggi (per lui una “demente”) – partendo dal concetto di cultura e combattendo “speculazione e cementificazione” a S. Severino e in Italia. Per lui è fondamentale

“cambiare le cose”, anche con poco. Ha quindi vantato la bellezza del Paese e della religione cristiana. Lo ha fatto a modo suo, naturalmente, e con espressioni piccanti. Dopo un breve indirizzo di saluto da parte di Erra e di Antonio Somma, il comizio è terminato. L’uditorio era divertito, ma anche riflessivo. Il burbero ma preparato critico d’arte non ha risparmiato bastonate al governo nazionale e ai suoi “detrattori” – le persone che non può sopportare (tipo Di Pietro, i magistrati come Piercamillo Davigo…). Sgarbi ha bonariamente preso in giro i tanti bambini che scorrazzavano per la piazza – nota ai Sanseverinesi più anziani come “mercato delle vacche” e adiacente al “mercato della verdura” (alias piazza Garibaldi). Poi ha colpito coi soliti fendenti. “Non è un caso che il mio amico Erra mi abbia portato nella vostra piazza – ha esordito – in quanto è degradata. È vero, ma nulla impedisce di poterla recuperare e organizzarvi spettacoli musicali e di canto”. E poi, la cavalcata verso la sua “arringa” accusatoria nelle more della precedente amministrazione Romano. E’ toccato proprio ad Erra il “rassicurare” gli astanti ed intervenuti che “Vittorio Sgarbi è vicino alla gente”. Tra altre cose, Sgarbi ha mostrato di apprezzare il logo fatto realizzare da Somma. Che – alla fine dell’incontro – ne ha spiegato il significato: le mani che si incrociano in basso nello stemma rappresentano i frati francescani (residenti a S. Severino), mentre la corona turrita è stata tratta dallo stemma del Comune. Nel suo incalzante discorso, l’intellettuale ha anche snocciolato alcuni dati: secondo le sue fonti, in Italia ci sono “troppe rotatorie” e ben 25 milioni di edifici – colate di cemento che invadono la nazione fin dal 1960 (13 i milioni di abitazioni costruite dagli anni ’60 ad oggi). Di questi più di 8 milioni sono vuoti, inabitati. E poi, Sgarbi si è soffermato sulle bellezze artistiche italiane; ha citato i duecento anni del periodo rinascimentale, durante cui l’Italia si è affermata nel mondo con l’arte e la letteratura (ha parlato di Michelangelo). Infine ha invocato – anche e soprattutto a S. Severino – “decoro urbano, pulizia e ordine – per l’orgoglio di questa cittadina. Toccando vari tasti – come ad esempio il turismo e la sensibilità verso l’ambiente.

ANNA MARIA NOIA
Lunedì 29 - maggio - 2017

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