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   S. MICHELE A CALVANICO TRA ANTICO E NUOVO
    S. MICHELE A CALVANICO TRA ANTICO E NUOVO



    Domenica 22 maggio scorso si sono conclusi, a Calvanico – ridente cittadina di poche anime, nella Valle Irno (che deriva il suo toponimo dal latino “Cluvium” e/o dal serbo “Crava”, ossia: “Vallone di detriti”) – i solenni festeggiamenti in onore di uno dei santi patroni o protettori: l’arcangelo Michele (“Mi-ka-El?”: “Chi come Dio?”, “Quis ut Deus?”). Uno dei principali tre arcangeli, non contando però – assieme a Michele, Gabriele e Raffaele – l’angelo della morte Uriele, è veneratissimo in questo piccolo ed ameno centro. Tradizioni antichissime, ritualità ancestrali, rapporti e relazioni tra vecchio e nuovo caratterizzano le celebrazioni più pregnanti della festa micaelica. Anche per il 2016, la parrocchia calvanicense (o calvanicese) del SS. Salvatore (6 agosto, occasione e ricorrenza della Trasfigurazione) ha indetto un programma di manifestazioni ed iniziative legate al complesso e immaginifico culto del santo, patrono altresì del Gargano ma anche di altri luoghi irnini – lungo il famoso “tratturo di S. Michele”. Dal 19 al 22 del mese più bello ed evocativo dell’anno, dedicato alla Madonna, ecco una serie di kermesse per degnamente onorare la figura dell’essere alato: il parroco don Vincenzo Pierri, assieme al comitato festa, ha previsto dapprima il triduo di preparazione alle celebrazioni – il 19, 20 e 21 del mese – e, sempre in questi giorni, la recita del S. Rosario e della Corona Angelica (a partire dalle 18.30 in poi). Possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione (o confessione). Giovedì 19 maggio, alle 19.30, S. Messa con padre Vincenzo Calabrese – direttore dell’Istituto di Scienze Religiose a Salerno. Il 20 maggio, la liturgia eucaristica è stata invece officiata da padre Enrico Agovino, parroco di S. Agnese e S. Lucia in Sava di Baronissi. Dopo ulteriori “appuntamenti” il 21 maggio, ecco domenica 22 (dies natalis di S. Rita da Cascia e memoriale della SS. Trinità) il solenne pontificale delle ore 11, presieduto da Sua Eminenza Reverendissima cardinal José Saraiva Martins – prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi. Presenti all’evento, propugnato dal parroco di Calvanico don Vincenzo Pierri e fortemente caldeggiato dalla popolazione dei fedeli, autorità civili e militari (ovviamente, anche vertici istituzionali religiosi) numerosi sindaci della Valle Irno, il senatore della Repubblica Eva Longo e il consigliere regionale Tommaso Amabile. Poi,


tanti altri politici e un gran concorso di popolo – come si suol dire. Alle 19.30, l’altrettanto solenne processione con l’atto di affidamento a S. Michele a concludere una giornata zeppa di occasioni di preghiera e riflessione. La salita al pizzo S. Michele è il momento clou, il culmine, la “ciliegina sulla torta” di tutto quanto effettuato in onore del santo: il 7 maggio in particolare (e anche il 15), i Calvanicesi portano (almeno portavano un tempo) la statua argentea di Michele fin sulla cima (pizzo, vetta elevata) del monte omonimo. La chiesetta qui è situata su un eremo del ‘600. La processione, almeno una volta, è preceduta dalle “verginelle”: bambine che intonavano antichi canti campestri in onore dell’angelo. Prima sosta: la località detta “vuòccolo” (gola), poi si arriva a Carpegna, forse derivante da “Carpinus” – come Carpineto che, guarda caso, coltiva e conserva la devozione allo stesso Michele. Ci si ferma inoltre all’epitaffio, una lapide del 1630 dove si legge che non si devono degustare cibi a base di carne, insaccati e uova. Proseguendo, anticamente, si portava il santo alla “Pietra Santa”, un basamento attorno a cui si gira (con il simulacro). Infine, in sommità, si compivano tre giri antiorari lungo le pareti della chiesa e si bivaccava (incubatio) per vegliare tutta la notte. Purtroppo tradizioni etnografiche similari stanno venendo meno nelle nostre comunità. C’è da dire, però, che – come a Calvanico – esistono ancora persone che si sforzano di recuperare l’antico, anche perché i fedeli della parrocchia sono sempre fervorosi nei confronti di S. Michele.



di: Anna Maria Noia
Testo scritto di: Anna Maria Noia

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