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Gettare la spazzatura – eterogenea – nel fiume Solofrana.



Si difende dalle accuse, il noto dipendente comunale di Mercato S. Severino che qualcuno asserisce sia solito gettare la spazzatura – eterogenea – nel fiume Solofrana, che costeggia la frazione S. Vincenzo. In realtà lo affermano in molti, ma non tutti – anzi pochissimi – conoscono i fatti (corrispondenti a verità): l’impiegato afferma di non essere mai contravvenuto alla legge – che impone la raccolta differenziata porta a porta. La piccola Copenaghen di una volta – appunto S. Severino – non è mai da lui stata “disonorata”, a quanto egli dichiara. “Sono un dipendente di palazzo Vanvitelli – puntualizza – e non potrei, non avrei mai potuto effettuare ciò di cui sono attualmente tacciato. Per cosa, poi? Per perdere la mia dignità?” Queste le obiezioni. Secondo lui, il libero professionista P. A., che - pare – abbia avvistato il funzionario in flagranza di reato (nell’atto di disfarsi di un sacchetto di immondizia), non avrebbe potuto sapere che invece V. A. custodiva nella busta due gattini morti che stava portando ad un amico con una tenuta. Lì – secondo la versione “dell’accusato” – si sarebbe poi “disfatto” (se così si può dire) dei due cadaveri. “Certamente non stavo buttando i

rifiuti lungo l’alveo fluviale – dice l’interessato – ma la passione per gli animali, particolarmente felini, mi ha portato lungo il Solofrana quella sera. Tuttavia ero solo di passaggio – esprime. Secondo V. A., all’origine della “lite” con chi gli punta il dito contro, vi sarebbero motivi legati a un piccolo “contenzioso” del passato. E tiene a ribadire: “Amo tantissimo queste creature – si riferisce appunto ai gatti – tant’è che ne curo molte decine, una cinquantina. Spendo tutto il mio compenso professionale, lo stipendio mensile per nutrirli e accudirli, portarli dal veterinario. Sono loro che mi prendono il cuore, che mi affascinano”. I suoi “idoli” pelosi sono stati da lui tanto adorati che alcuni giravano nei pressi del municipio – ma erano docili e si facevano accarezzare. Sembra che anche l’ex sindaco Giovanni Romano apprezzasse tali creature e non volesse che accadesse loro alcun male. Intanto l’impiegato si è mostrato amareggiato per ciò che su di lui è stato raccontato. Per cui ha fornito la propria versione. E quello della spazzatura nelle strade, nei parchi e dentro il fiume di S. Severino è un problema di difficile risoluzione, per tutti i residenti; non basta però demandare la pulizia urbana e l’igiene e il decoro della cittadina ai “soli” operai della municipalizzata ed ex partecipata “Gesema” (azienda di servizi ormai fallita): occorre anche buon senso (civico) da parte di abitanti e commercianti inseriti (da poco o da tempo) nel tessuto antropico della collettività sanseverinese.

ANNA MARIA NOIA


Sabato 8 luglio - 2017

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