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CRITICITA’ AL PRESIDIO OSPEDALIERO “GAETANO FUCITO” DI S. SEVERINO.



Ancora criticità, segnalate da pazienti e personale medico o paramedico - nonché da numerosi impiegati e dipendenti – al presidio ospedaliero “Gaetano Fucito” (Curteri di Mercato S. Severino). Negatività stigmatizzate e fatte proprie dal comitato spontaneo “Pro Fucito” – sorto nel 2008. Un sodalizio che “fa rete” con altre associazioni del territorio. Tra le molteplici cose che non vanno, da circa due mesi è guasta la caldaia presso i padiglioni di Medicina e di Dialisi. Un problema sollevato da tempo, ma ancora non definitivamente risolto. A tale questione si aggiunge il malfunzionamento dell’aria condizionata, sempre a Medicina. infine, altro grattacapo per i dipendenti, il problema di alberi pericolanti verso il nuovo Pronto Soccorso: in particolare, viene denunciato che - nonostante sia stato innalzato un muro di contenimento nei dintorni del reparto di Chirurgia e presso il Pronto Soccorso – gli alberi declinano minacciosamente verso gli ambulatori. Col rischio di una “tragedia”. Annunciata. “È un segnale – dichiarano dal comitato – di come le istituzioni succedutesi in tutti questi anni abbiano, se non rovinato, almeno contribuito a rovinare Villa Maria o Villa Imperiali”. La dimora dei marchesi filantropi Filippo e Maria Imperiali. Dopo, assurta a tubercolosario. Vi nacque, e lo ha affermato con orgoglio e dignità, il presule (vescovo) Gerardo Pierro – alla guida della Diocesi fino al 2010. Un luogo di importanti incontri politici, almeno ai primi del ‘900. Addirittura pare (ma non è confermato) che ivi sia nato il Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo. È dagli anni ’70-’80 che Curteri (un tempo non accorpato, come invece attualmente, al “Ruggi di Aragona”; purtuttavia aderente al circuito Asl, ex Usl) vive la sua stagione d’oro: ci sono i finanziamenti, c’è attenzione verso primari, medici, personale amministrativo, paramedici, infermieri, inservienti e pazienti. Dall’inizio del Duemila, numerose le carenze – strutturali e soprattutto burocratiche – che affliggono il nosocomio. Si pensava, almeno i sindacalisti e gli impiegati, che il nuovo atto aziendale – adottato pochi mesi fa all’ospedale “capofila”, il S. Leonardo – propugnato dal direttore generale (dg) Nicola Cantone e dai suoi collaboratori, avrebbe apportato una ventata di novità. Con sblocco del turnover e assunzioni di varie figure professionali (come gli operatori socio-sanitari, od Oss – fondamentali per assicurare servizi e prestazioni sanitarie all’utenza; si pensava anche a figure come vigilantes e altri) a S. Severino. Lo sperava, particolarmente, il responsabile della Cgil G. L. Intervistato più volte in merito. Più realisti, quelli del comitato. Che sono sempre sul piede di guerra, con diverse manifestazioni per sensibilizzare la perdita (dovuta all’unione di Curteri con il “Ruggi”, nel 2011) dei reparti di Ginecologia, Pediatria, Ortopedia, Ostetricia e molti altri. Con medici costretti a turni massacranti (più di dieci ore in servizio, per i cittadini). Ne è un esempio P.S., responsabile del Pronto Soccorso. Un professionista serio e dedito alle proprie mansioni. I soci del “Pro Fucito” lamentano – inoltre – la perdita di posti letto nell’ospedale. Anche in day-hospital (Dh) c’è di che lamentarsi: qui 80 pazienti vengono cibati (a colazione, perché a pranzo e a cena scendono drasticamente a 50 – considerando per esempio i dializzati cui somministrare pasti aproteici), a fronte di 170 in precedenza. Anche numerosi posti letto in parecchi padiglioni sono stati diminuiti. Tra piani di rientro “nefasti” per la Regione Campania e la situazione di stallo (se non di disagio) in cui versano anche altri presidi periferici (non solo a S. Severino, ma ad Agropoli, a Cava e in altre piccole o grandi realtà – anche queste private di Ginecologia o di altre eccellenze) dei dintorni di Salerno, il futuro è attualmente incerto – sia per i pazienti che per i medici e

i lavoratori dell’hinterland. E ciò a fronte di un bacino di utenza che sfiora i 100mila avventori. Anche perché afferiscono al “Fucito” studenti e docenti universitari, dal vicino campus di Fisciano. Una volta, Curteri serviva i comuni dell’ex comparto F138 – comprendente i cittadini di Roccapiemonte, Siano, Castel S. Giorgio. Ora il comparto non esiste – ma a livello ufficiale – più. Tuttavia, molti residenti della Valle del Sarno e dell’Agro Nocerino Sarnese continuano a rivolgersi a Curteri (anche ad esempio i Braciglianesi). I soci del comitato sono inviperiti, e parlano di ulteriori negatività. Come il Pronto Soccorso zeppo di malati, che magari vengono “smistati” qui per poi essere inviati in ospedali lontani anche un centinaio di kilometri. Il personale, come detto sopra, è ridotto all’osso. “Qui a S. Severino – affermano – non vi è necessità di realizzare le tanto decantate strutture di Odontoiatria, di Chirurgia Bariatrica e di Maxillo-facciale. Piuttosto si conservino i fondi per quelle che fino a pochi anni fa costituivano le eccellenze reali del nostro presidio, le sole strutture utili al comprensorio”. Vale a dire: Ginecologia (con fior di professionisti, che attuavano finanche il parto in acqua; più di 500 i parti annuali – dichiarano ancora i lavoratori), Ortopedia, Pediatria, Ostetricia, Oncologia, Radiologia e Lunga Degenza. L’obiettivo deve essere quello di assicurare i servizi essenziali; senza passerelle politiche od ostentazioni di nuove “avveniristiche” strutture. Ora i padiglioni attivi sono una decina, ma andrebbero recuperati e sistemati. Sempre il sodalizio “Pro ospedale” lamenta il presunto disinteresse da parte dei vertici della sanità regionale. Ma lo fa accoratamente, con grande senso di responsabilità – anche verso le generazioni che verranno. Che probabilmente potrebbero avere da ridire sulle garanzie di assistenza di una struttura sita nella loro terra. La lotta è (ancora) molto dura, per recuperare i livelli assistenzialistici di una volta. Ma è una battaglia che non spaventa i tenaci e battaglieri appartenenti all’associazione. Pure, le difficoltà non sono poche. Soprattutto dal punto di vista burocratico e normativo (leggi come la 161 e il famigerato decreto Lorenzin costituiscono un ostacolo a tutti gli atti compiuti e da svolgersi nei confronti dell’ospedale). Il comitato metterà in campo (nel prossimo futuro) altri tentativi di lotta, come ha organizzato il corteo di qualche anno fa. Una fiaccolata per le strade di S. Severino, alla quale mancava – colpevolmente – il primo cittadino che allora occupava lo scranno più alto di palazzo Vanvitelli. Riusciranno i valorosi guerrieri nell’intento? Ai posteri l’ardua sentenza – diceva il Manzoni.

Articolo di: ANNA MARIA NOIA


Venerdì 1 settembre 2017

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