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Raffica di arresti nel Napoletano, nell’Agro Nocerino-Sarnese



nell’hinterland tra Angri e Scafati… Mentre la “tranquilla” Valle Irno non sembra essere toccata e/o coinvolta, in questa guerra – o faida – tra famiglie di pusher e/o di “cani sciolti”. La droga è difatti uno dei mercati, assieme a quello delle armi per il controllo del territorio, più redditizi e “sbrigativi”, veloci nelle nostre aree. Soldi facili, subito. E la rovina di tanti giovani (o meno). Famiglie (stavolta “normali”) disgregate, sofferenti… E le istituzioni, molte volte, stanno a guardare… Non possono fare altro, nella maggior parte dei casi… Ma affermare che la Valle Irno e il Montorese - oppure altri paesi viciniori, limitrofi – non siano toccati dalla microcriminalità e dalle grandi lobby del traffico di stupefacenti è senz’altro un errore – grosso e grossolano. Per fortuna, se qualche governante temporeggia (o sembra farlo) sono invece sempre vigili e attenti gli appartenenti alle forze dell’ordine. Attivi nel comprensorio, nonostante i pur cospicui tagli alla sicurezza stabiliti dal governo nazionale o da leggi locali. È il caso della zona di Mercato S. Severino, Baronissi, Fisciano e Pellezzano (qui pare che la caserma dei Carabinieri debba essere trasferita dal luogo in cui sorgeva). Ma anche, per esempio, di Solofra, Montoro e relative frazioni. Un prode e coraggioso esponente dei Carabinieri – anche disponibile con la stampa, umano – è Alessandro Cisternino, che da poche settimane ha raggiunto il grado di maggiore. Da capitano, ed adesso come maggiore, con i suoi uomini ha perlustrato puntualmente i dintorni dell’Irno; pattugliato il territorio; posto in sicurezza la popolazione con posti di blocco e con altre attività di polizia giudiziaria. Perché anche in questo hinterland, considerato sicuro e appunto tranquillo, il pericolo è dietro l’angolo. Anche per fatti di droga. È di questi giorni, infatti, la notizia che è stato segnalato traffico di droga a Baronissi; le fonti degli agenti (compagnia di Mercato S. Severino assieme ad altre stazioni e/o aliquote) dichiarano che c’è stato uno scambio di cocaina (la cosiddetta “scimmia”, mentre la “pera” è l’eroina – una volta considerata droga “di lusso”, per figli di papà) tra la cittadina irnina e il Napoletano. Tratti in arresto, anche, due personaggi non di spicco della criminalità organizzata – un 35enne e un 30enne. Due individui pericolosi, spacciatori della peggior specie? No! A quanto pare due ladroncelli – con piccoli precedenti, sembra… Ma comunque inseriti in un contesto che non offre loro una possibilità di scelta, tra malavita e furterelli o crimini e delitti più gravi… Da Scampia in poi, purtroppo, non c’è storia… Sebbene una cospicua maggioranza degli abitanti sia umile e laboriosa, onesta, rispettosa e ossequiosa delle regole… E così anche nella Valle dell’Irno, attualmente in recrudescenza per quanto concerne il fenomeno della delinquenza che si sta allargando a macchia d’olio (e non di leopardo). Torniamo a noi (dopo questo excursus): i due, pedinati (opportunamente) da alcuni agenti in borghese, avevano affittato un appartamento a Baronissi. I locali presi in affitto dovevano probabilmente servire quale “base” per confezionare e spacciare cocaina. Magari tagliata con altre sostanze velenose e/o nocive – stupefacenti, allucinogeni, farmaci psicotropi. Ma – anche stavolta – insorgono gli uomini di Cisternino e di altri validi responsabili della sicurezza pubblica. Che mettono a repentaglio la propria incolumità, con rischio anche della vita. I due “loschi” individui erano già stati fermati in precedenza a Mercato S. Severino (appena la settimana scorsa), dove – perquisiti – avevano dichiarato di detenere droga per esigenze ed uso personali. Meri assuntori, pertanto. Ma le cose non stavano (non stanno) così. Infatti i Carabinieri si sono insospettiti, segnalando l’accaduto al nucleo operativo più adatto. Dopodiché sono iniziati

i pedinamenti. Il duro lavoro delle forze dell’ordine ha così potuto dare i suoi frutti: a Baronissi i due (con regolare contratto d’affitto) detenevano più di 25 grammi di cocaina – alcune dosi già vendute a un ragazzo del luogo – e 300 euro in contanti, frutto della loro attività illecita. In più, altro materiale per confezionare “sballo”. I ragazzi sono stati condannati ai domiciliari. Non si escludono altre interrelazioni con la malavita delle zone viciniori. Il problema della droga, anche a Mercato S. Severino e in Irpinia, è molto sentito e vissuto – particolarmente in questi ultimi anni; fa paura constatare quanti giovani o adulti (ricchi, poveri… la droga è – per così dire – “democratica”) cadano sotto l’effetto di sostanze pericolosissime qual i (anche) ecstasy, pasticche e quant’altro. Roba fatta per non pensare, per “sballarsi” – appunto. E ciò nonostante i mezzi di comunicazione mettano in guardia contro chi cade in questo “giro”, in questo flagello. Un tunnel da dove troppe volte non si esce… Colpa però dei modelli contraddittori che gli esperti della stampa, sui social media o dai rotocalchi di approfondimento, veicolano tra generazioni “frustrate” (se così si può affermare) dalla mancanza di lavoro e di dignità (libertà)… Il mondo, la società adesso sono molto più complessi di una volta. Frenetici. Compulsi. Convulsivi. La depressione e il mal di vivere sono dietro l’angolo. Per questo, anche molti ragazzi che hanno frequentato (negli scorsi anni) l’Istituto di Istruzione Superiore “Virgilio” di S. Severino (in molti provenienti da Montoro, Forino, Contrada; per non parlare da Roccapiemonte, Bracigliano, Siano, Castel S. Giorgio) hanno asserito di aver qualche volta “provato” del “fumo” (marjuana, cannabinoide allucinogeno od alcaloide da cannabis indica o sativa) o di essersi iniettato eroina. È quanto emerge da una pubblicazione curata dagli psicologi/psicoterapeuti/sociologi Gennaro Sammartino e Domenico Gioia pochi anni fa. Uno studio, una ricerca, un lavoro statistico che ha sondato a fondo tra il malessere di ragazzi come tanti, però più fragili di altri. Sono scaturiti dati clinici e (appunto) statistici interessanti e che fanno riflettere. Gli stessi autori (tra l’altro Sammartino ha diretto per anni l’Osservatorio sul Disagio Giovanile a S. Severino) stanno approntando un altro studio, stavolta con target e panel tra gli studenti del “Bonaventura Rescigno” (liceo scientifico) di Roccapiemonte. Sarebbe bello, oltre che giusto – in tema di prevenzione – far sì che vi sia collaborazione tra Carabinieri, insegnanti, esperti di droga sul territorio. Coinvolgendo, sempre più, le famiglie e le istituzioni che talvolta latitano o sembrano chiudere gli occhi. Questo problema deve essere combattuto e distrutto…

Articolo di: ANNA MARIA NOIA


Martedì 5 settembre 2017

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