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   “Parla una donna”, al Rodaviva
    “Parla una donna”, al Rodaviva



    Antonio Corbisiero fa rivivere il testo di Matilde Serao Giovedì 9 luglio al Bar Libreria Rodaviva di Cava de’ Tirreni (Sa) Antonio Corbisiero presenterà “Parla una donna”, libro pubblicato da Matilde Serao nella primavera del 1916, in pieno conflitto mondiale. L’autrice dedicò il libro a tre dei suoi quattro figli che erano in quel momento soldati: Antonio, Paolo e Vittorio. Il testo è inserito nella collana “Sommersi&Salvati”, ideata da Corbisiero per recuperare autori e testi dimenticati. Sarà presente anche la ricercatrice Nunzia Soglia Giovedì 9 luglio, alle ore 19.00, importante appuntamento letterario al Rodaviva di Cava de’ Tirreni (Sa). Antonio Corbisiero presenterà il libro di Matilde Serao, “Parla una donna”, per i tipi Edizioni “Il Grappolo”, inserito nella collana “Sommersi&Salvati” da lui ideata per recuperare autori e testi dimenticati. Con Corbisiero interverrà la ricercatrice Nunzia Soglia, che ha curato l’introduzione al testo. “Parla una donna” celebra entusiasticamente le donne italiane attraverso esempi puntuali di virtù, onestà, pietà ed eroismo. Il libro, pubblicato nella primavera del 1916 - in pieno conflitto mondiale - raccoglie


gli scritti di guerra apparsi sul “Giorno” tra il maggio 1915 ed il marzo 1916. L’autrice dedicò il libro a tre dei suoi quattro figli che erano in quel momento soldati, che «servono la Patria con fedeltà ed onore»: Antonio, caporale di Fanteria; Paolo, sottotenente del Genio; Vittorio, tenente di Fanteria. Dopo una ristampa datata 1921, il testo è rimasto pressoché nel silenzio. La Serao si identifica soprattutto con «quelle madri ostinate in una sublime speranza: e che non avendo notizie di un figlio da sei mesi, da un anno, da quindici mesi, seguitano a scrivere, ovunque, seguitano a dirigersi, a tutti, seguitano a mettere avvisi nei giornali esteri, per sapere qualcosa di uno scomparso». Attraverso prose di guerra, questa maestra di giornalismo - «la più grande pittrice di folle che abbia dato il nostro verismo», come la giudicò Momigliano - ha saputo cogliere l’intimo e vario travaglio della donna e soprattutto della madre italiana, ricomponendone gli elementi di identità allora prevalenti, «per un bisogno di proclamare tanta purezza di abnegazione, tanta altitudine spirituale».
Redazione: notizieirno.it

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