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   Relazione redatta dall’avv. Alfonso Senatore, difensore dei Frati Francescani
    Relazione redatta dall’avv. Alfonso Senatore, difensore dei Frati Francescani



    Relazione redatta dall’avv. Alfonso Senatore, difensore dei Frati Francescani ed in particolare di Fra Gigino, conseguente all’ email inviatavi ieri pomeriggio. Si ripete a Cava la storia di Peppone e don Camillo, versione 2016, ma molto più cruenta, con più di 10mila persone che hanno firmato una petizione popolare affinché la festa di S. Antonio si celebrasse, così come da anni si faceva con tutti i crismi religiosi e folkloristici . Fuochi d’artificio su Monte Castello di Cava de’ Tirreni, (60mila abitanti) provincia di Salerno, secondo comune dopo Salerno. Il fatto sta avendo una risonanza in tutta la Campania e oltre provenendo, ogni anno, i fedeli da diverse Regioni, Calabria, Puglia, Abruzzo etc… Quest’anno, il primo del suo sindacato, il Sindaco, ex comunista, oggi del PD, ateo e nemico acerrimo in particolare di Frate Gigino, Rettore del Santuario Francescano di S. Francesco e S. Antonio, di Cava de’ Tirreni, ha vietato sia l’accensione dei fuochi d’artificio ,sia le luminarie ,sia uno spettacolo di luci internazionale, che a spese dei fedeli, senza contributo alcuno illuminavano l’intera città (ved. foto dello scorso anno) . Apriti cielo!! Una guerra!! Tra Ente Comune e Chiesa!! Questi i fatti nello specifico.


Il Santuario Francescano di S. Francesco e S. Antonio di Cava de’ Tirreni, fa parte dei beni della Congregazione Francescana Salernitana Lucana dell’Immacolata Concezione dei Frati Minori, il cui legale rappresentante provinciale è fra Pasquale Del Pezzo. La festa in onore di S. Antonio da Padova in Cava de’ Tirreni costituisce una antica tradizione, celebrata da secoli, sospesa solo negli anni in cui il sisma del 1980 aveva distrutto il Santuario. In data 27/01/2016, come ogni anno, padre Luigi Petrone, nella qualità di Rettore del Santuario Francescano di S. Francesco e S. Antonio, presentava istanza acquisita dal Comune di Cava de’ Tirreni, al prot. n. 201600004745, volta ad ottenere “l’autorizzazione” all’accensione di fuochi pirotecnici in località Monte Castello per il giorno 18 giugno, in occasione dei festeggiamenti in onore di S. Antonio di Padova (cfr. all. n.1 – richiesta prot. n.201600004745). In data 30/03/2016, il predetto Rettore conformemente a quanto fatto gli anni addietro, avanzava istanza di occupazione di suolo pubblico per la posa in opera di luminarie sulle strade comunali “piazza S. Francesco, via Biblioteca Avallone, piazza Eugenio Abbro, piazza Duomo, corso Umberto I^ (da Hotel Victoria fino a piazza s. Francesco), corso Giuseppe Mazzini (da Epitaffio fino all’Hotel Victoria)” dal 9 maggio al 9 luglio 2016, con accensione dall’11 giugno 2016 al 19 giugno 2016 (cfr. all. n.2 istanza con prot. n.18371).
    Decorsi due mesi, con l’atto n.1905518 del 1 aprile 2016, il Sindaco di Cava de’ Tirreni sulla richiesta di accensione dei fuochi, così si pronunciava “si esprime parere negativo” . Sul Monte Castello si spara una sola volta l’anno da sempre in occasione dei festeggiamenti del S.S. Sacramento “cfr. all. n.3”. Intanto si costituiva un Comitato pro-festa, con Presidente il dr. Cremone che fa partire una petizione popolare che finora ha raccolto più di diecimila firme. Il Sindaco, nemico acerrimo del frate, non solo perché ateo, ma perché nella campagna elettorale dell’anno scorso, questi sosteneva il Sindaco uscente che risultò perdente, nonostante ciò rimaneva fermo nella sua posizione assurda, illogica, illegittima, illecita e immotivata di diniego assoluto. Intanto l’ex Sindaco e altri sette consiglieri di minoranza presentavano un ordine del giorno chiedendo la convocazione del Consiglio Comunale, per indurre il Sindaco a recedere, affinché i festeggiamenti per S. Antonio potessero svolgersi come negli ultimi anni, venendo così incontro alla grande devozione popolare di un Santo tra i più amati in Italia e nel Mondo, insistendo pertanto, per l’autorizzazione all’accensione dei detti fuochi pirotecnici e delle luminarie. In data 21/04/2016 si teneva il Consiglio Comunale con una sala gremita di fedeli, infervorati e arrabbiati. In tale sede dopo diverse discussioni pro e contro la festa, prendeva la parola il Sindaco il quale molto contrariato, impacciato, e un po’ anche intimorito, confermava il suo diniego ai fuochi, ma non alle luminarie in tutta la Citta’. Il Consiglio terminava con la stesura della delibera n.45, pubblicata il 29/04/2016 , divenuta esecutiva il 08/05/2016, con la quale a maggioranza dei consiglieri respingeva l’ordine del giorno della minoranza. A questo punto neppure l’intercessione del Vescovo di Cava e l’Abate sortivano il risultato di veder recedere il Sindaco che si è ormai messo contro tutta la Chiesa per tutto quanto commetteva di più grave, che di seguito narreremo. Il 13 maggio,infine, il responsabile del I^ settore Servizio Tributi della Città di Cava de’ Tirreni, visto il parere reso dal Comando di Polizia Locale, prot. n.28232 del 12/05/2016, autorizzava l’installazione delle luminarie dal 14 maggio al 9 luglio e l’accensione dall’11 giugno al 19 giugno 2016 “esclusivamente sulla piazza S. Francesco frontespizio Santuario (cfr.all. n.4). A questi provvedimenti insulsi e limitativi della fede cattolica veniva presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale avverso il provvedimento prot. n.19055/2016 dell’1/04/2016, tutti gli atti presupposti conseguenziali compresi la delibera consiliare 45 del 21/04/2016 nonché, se rilevante, l’art.7 dello Statuto Comunale e l’atto col quale questo è stato approvato. Il Tribunale Amministrativo Regionale fissava, per la discussione del giudizio, la camera di consiglio dell’01/06/2016 (cfr. all. n.5 decreto del TAR). A pochi giorni dalla trattazione del summenzionato ricorso e specificatamente in data 27/05/2016, alle ore 10,00 e segg., veniva convocato d’urgenza, un blitz, il Consiglio Comunale avente tra gli altri punti dell’ordine del giorno di copertura del misfatto in atti, quello inerente il regolamento del centro storico-provvedimenti, che prevedeva la installazione delle luminarie per tutta Cava, per la festa di S. Antonio, e tanto alfine di evitare che la causa al TAR vedesse soccombente, l’ormai fuori di testa , primo cittadino. Il Consiglio Comunale, sempre a maggioranza, il 28/05/2016 con la fuoriuscita per protesta e denunzia dell’abuso, dei consiglieri di minoranza, perveniva alla modifica dell’art.8 e 10 del regolamento succitato, con la eliminazione di tutte le feste ecclesiastiche prima fra tutte S. Antonio, lasciando al potere del Sindaco decidere quali di queste si potesse celebrare e quale no!!!! Inquadramento delle feste con valutazione dei Santi di serie A e quelli di serie B.ad libitum e libero arbitrio del sindaco novello stalinista e renzianino di adozione Una follia di un Sindaco che tra l’altro imita Renzi e si comporta da “Renzino”. La parola passa domani al TAR e alla Procura della Repubblica che sarà investita del caso in ordine alla ipotetica fattispecie di abuso di ufficio art.323 cp. Proprio ora è partito anche la proposta di un Referendum abrogativo del regolamento così come modificato che vede l’intera Chiesa ovviamente investita e fortemente motivata alla LOTTA Un’ intera Citta’ e migliaia di fedeli sparsi un po’ ovunque attonita e attoniti , attendono gli ulteriori , interessanti , e intriganti eventi . Primo e fondamentale quello di domani . Pronunciamento del TAR. Grazie dell’attenzione che riterrete di dare al caso e con l’occasione porgiamo i più distinti saluti. Cava de’ Tirreni 31/05/16




    avv. Alfonso Senatore
Redazione: notizieirno.it

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