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  Martedì 31 ottobre 2017

PAURA E POCA SICUREZZA SUI BUS TRA SALERNO E L’IRNO - #notizieirno.it#
PAURA E POCA SICUREZZA SUI BUS TRA SALERNO E L’IRNO



È allarme sicurezza, una problematica atavica e mai seriamente affrontata, sui bus ex Cstp (Consorzio salernitano trasporti pubblici) ed ora Busitalia. Pare che, nella mattinata del 31 ottobre scorso, un extracomunitario abbia minacciato una guardia giurata sul veicolo numero 17. Un numero corrispondente al servizio e/o tratta Salerno-Università di Fisciano. Lo avrebbe affermato (il condizionale è d’obbligo) un autista. Il conducente dichiara che c’è troppa mancanza di sicurezza a bordo dei bus. Ma si sapeva già, non è la prima volta che episodi similari accadono. Sono anni, per non dire decenni, che – oltre alla pulizia carente, ma dovuta soprattutto all’inurbanità degli avventori che sporcano i sedili (anche gettandovi vino, birra, urina), nonché all’obsolescenza delle “carrozze” – si vive e si guida con paura, timore. In particolare nelle ore serali o notturne, oppure nei mesi invernali. Soprattutto in località del Salernitano, ma anche in zone considerate più… “tranquille”. Tossicodipendenti, squilibrati, persone (soggetti, individui) con disturbi psichici e/o violenti: sono questi i tipi “strani” che attentano all’incolumità sia dei passeggeri che degli autisti. In orari di servizio verso il tardi (ore 22 o 23). Ma anche in pieno giorno. Dove, sovente, accade che giovanissimi sbruffoni (italiani o meno) e stranieri – non tutti, non bisogna generalizzare – si ribellino se il controllore o chi per lui chiede, da prassi (è l suo compito, il lavoro cui è preposto), di mostrargli il biglietto opportunamente obliterato. È un classico, quello dei ticket o titoli di viaggio non convalidati: occorre ricordare che se il consorzio


non rientra dai debiti, è anche – sia pur non in massima parte – responsabilità di coloro che vengono denominati “portoghesi”. Che usufruiscono di un servizio pubblico, senza capire che sarebbero loro – i non paganti – ad inficiare i viaggi delle persone che invece (patetiche, secondo i “furbi”) il biglietto lo pagano e senza batter ciglio. I “furbetti” del bus spesso la fanno franca. Così c ome molti individui pericolosi, forti delle loro minacce verso chi li rimprovera o nei confronti dei bigliettai. Ed ovviamente i conducenti hanno paura (un terrore giustificato). Anche perché in Italia sembra non esservi la “certezza del diritto”: si dice sempre chi sbaglia deve pagare, deve scontare la prigione (per atti gravi). Ma la stessa Italia è un Paese garantista, più per i “grandi… ladroni” che per chi ruba in un supermarket, spinto dalla fame. Che non perde, perciò, la propria dignità… Ultimamente, il ritorno a bordo dei mezzi pubblici dei controllori sembra aver fatto sospirare di sollievo molti utenti – che si sentono così più sereni, tranquilli. Ma molto deve – ancora – cambiare: è un fatto di mentalità e di cultura. Di buona educazione, di maniere gentili, di rispetto. Ed anche di applicazione del codice penale per gli esagitati o per chi cerca una provocazione – sempre nei pullman – allo scopo di scatenare risse e alterchi. Molto deve essere ancora attuato. Ed è per questo che accadono – purtroppo – sempre gli stessi problemi, siamo però nel 2017. E non nel periodo medievale o nell’oscurantismo o sotto coprifuoco. La legge esiste ed è necessario applicarla, farla rispettare. Dagli organi appositi e dalle forze dell’ordine. Anche tra treni e bus. Perciò, ben vengano nuove proposte per incentivare la sicurezza sui veicoli. E che scene simili non possano più ripetersi, soprattutto su bus presi da bambini e famiglie. Che poi gli stessi autobus siano strapieni, sporchi, maleodoranti o semplicemente saltino le corse – è un’altra storia.

Articolo di: ANNA MARIA NOIA
  Martedì 31 ottobre 2017


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