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Stagioni di Passioni
     
  Commenta: Ugo De Santis. )

    S tagioni di Passioni
    Romanzo popolare

    Questo romanzo tra il noir e il rosa, è un prodotto della pura fantasia dell’autore, i personaggi e i luoghi sono tutti inventati, i fatti prendono spunto da diverse situazioni accadute nei vari angoli del pianeta e uniti con grande sforzo di immaginazione in una unica storia, apparentemente locale, che l’autore fonde con esperienze personali vissute in carcere. forse più cruenti di quanto espresso dall’autore, ed ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale. Questa prima parte della storia di Erasmo, protagonista principale del romanzo, è un percorso di vita da approfondire, è un passaggio da uno status sociale ad un altro, avvenuto quasi con naturalezza, ma la differenza tra i due status è sostanziale, si potrebbe dire dalla trasparenza e normalità all’occulto sottosociale, dallo stato all’antistato, dalla libertà alla segregazione, e da amicizie e amori profondi a quelli fittizi. La seconda parte riguarda l’aspetto psicologico del personaggio, che da soggetto osservato diventa osservatore attento degli osservatori, eventi particolari che investono tutta l’area geografica del pianeta vissuti attraverso il “ Buco della serratura”. Il romanzo nella prima parte, potrebbe apparire in alcune situazioni affettive leggermente erotico, per risaltare il carattere del personaggio principale e per rendere chiaro quello degli altri soggetti, nella seconda parte non ci saranno più rapporti intimi se non sporadiche battute per la condizione di segregazione del personaggio principale,

    tutto si sposterà su situazioni platoniche e qualche casto contatto affettivo con signore sfuggenti, ma il fattore più interessante è la “guerra” dura, psicologica, tra Erasmo e l’”AGUZZINO “... tutto da scrivere.??? !!

    Prefazione
    Carissimi lettori la lettura di questo romanzo mi ha tenuto in sospiro per tutto il tragitto. L’autore ha dimostrato con una proprietà di linguaggio di grande significato la possibilità di poter comunicare con toni brillanti, pittoreschi ed erotici la vita di un uomo, un uomo caduto nelle mani di donne astute e bramose di successo. Un successo fatto di piccole cose. La considerazione della donna nel meridione che oltre le sue bellezze dimostra con il suo amore e passionalità il desiderio di potersi legare a un uomo per tutta la vita. Il susseguirsi degli eventi così particolareggiato attribuisce un alone di mistero alla storia, una storia che investe il dolce e tenebroso Erasmo, voluto da tutte. Ma il suo cuore sarà poi solo di una donna che saprà veramente amarlo per quello che diventerà grazie ad un “errore giudiziario” come ne avvengono tanti. In virtù della mia professione trovo nell’autore l’originalità nell’esplicitazione dei fatti. Fatti che riguardano l’opinione moderna, fatti che colpiscono uomini e donne della nostra terra. Una terra che antropologicamente contribuisce attraverso i proverbi, i pettegolezzi a dipingere il panorama scenografico di una costiera salernitana che, attraverso spiagge e spiaggette urla di storicità ed usanze popolari. È proprio questa la terra prima dei briganti e poi della camorra, mafia e tutto quello che diventerà dalla metà dell’800. Una mafia di clan come avveniva nelle popolazioni indigene dell’America meridionale perché, tutti non sanno che le prime forme di aggregazioni umane distribuite in clan avvenivano nei popoli Aztechi, Incas e Maya. Quindi in questo non abbiamo l’originalità esclusiva del significato etimologico. Ma l’essere umano è un essere vivente ed allora perche quei diritti tanto appresi dal diritto positivo ci sembrano misticanze adesso. Il povero detenuto Erasmo si trova incapsulato in un sistema giudiziario che vive a ritroso, povero Beccaria se potesse vederci. Nei suoi delitti e nelle sue Pene sembra risuonare il suono di vendetta dell’uomo calpestato nella sua dignità. Ma gli uomini che osservano, che giudicano conoscono la realtà della povertà, della fame, del servilismo e di tutto quello che socio-ambientale procura una società che vive ai margini della legalità e della giustizia. La rivoluzione francese e tutti i movimenti liberali portati anche dal nostro compianto amico Giambattista Vico farebbero volentieri a meno di fornire le epigrafi delle strade di Napoli e di tutti i quartieri come le scuole che lo ricordano, ma che lo ricordano invano. Un uomo che ha utilizzato la cultura ed i principi tanto acclamati dai francesi in un quotidiano napoletano dove il povero libraio viveva ai margini di una società che edificava e proliferava uomini incolti, insudiciati di miseria. Erasmo con la sua calma, intelligenza e cultura intesa come un insieme delle capacità dell’uomo di risolvere le problematiche della vita, ha trovato un suo scopo , un suo rispettoso modo di agire , per avere e per essere in un linguaggio freudiano. Schutz direbbe che il criminale comp
    ie un omicidio per impossessarsi del denaro della vittima, ovvero ( il motivo al fine del quale ), a causa di un particolare stato di povertà, comunque di esperienze precedenti che giustificano l’azione compiuta. Nella storia di Erasmo, l’azione, dunque, può essere interpretata dal punto di vista della finalità da raggiungere (ben diverso da quello che le autorità giudiziarie proporranno come istanze accusatorie), e allora appare come libero atto nato dalla spontaneità dell’Io, dove in forte stato di introspezione il soggetto ha condotto la scelta determinata soltanto come condizione di fattori esterni ad essa. In questo caso è il suo progetto, e non si intende dire che esso sia sempre presente e frutto di un piano meccanizzato al soggetto che agisce. L’autore dipinge e riporta i suoi protagonisti nei suoi colori e nelle loro azioni. Mi riferisco al progetto di comunicare attraverso il disegno, il ruolo delle persone ed il loro agire Weberiano. Lo status simbolo dell’uomo forte, coraggioso che suscita rispetto ed onore e che attira le donne non tanto per la sua bellezza ma per la sua intelligenza logica, pratica ed osservatrice. Il senso inteso è soggetto ed è legato all’auto interpretazione ad opera del soggetto dei vissuti. I vissuti condivisi nelle varie case circondariali, fatiscenti nelle strutture, ma compiacenti di sentimenti di amicizia ed anche di piccole dosi di solidarietà. Lui troverà amici e confidenti e la sua arma vincente sarà l’estrema assenza di sentimenti di rabbia. Una rabbia che avrebbe potuto danneggiare la sua posizione come detenuto. Una rabbia che lo riscatterà dalle ingiustizie subite. Weber e Schutz si metteranno a confronto sul significato delle differenze tra i comportamenti sociali e l’azione sociale. Proprio in termini conclusivi propongo un vissuto intenzionale del soggetto agente che è sempre creare qualche cosa di unico cui si può partecipare solo in un quel rapporto di contemporaneità o quasi contemporaneità,e il nostro autore Ugo De Santis come senso oggettivo dell’opera ha trasportato il senso soggettivo del prodotto dell’azione dell’uomo, un uomo calpestato e non coadiuvato da coloro che avrebbero dovuto per giustizia morale interessarsi alla sua inesistente pericolosità sociale. Gli uomini che si reputano giusti, razionali sono pericolosi di allontanare gli animi e dobbiamo preservare i pericoli in futuro per non ritrovarsi in una società falsa come la costruzione del falso sé narcisistico freudiano. I mie complimenti al grande artista autore di un romanzo più che popolare.
    Prof.ssa Barbara Calabrese
    Ugo De Santis Scrittore
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